Una programmazione di gara non è una gabbia rigida, ma una mappa intelligente che ci guida attraverso le sfide della stagione. È un dialogo costante tra atleta e Maestro, un patto basato sulla fiducia e su obiettivi condivisi.
La programmazione non garantisce la vittoria – quella si conquista stoccata dopo stoccata – ma crea le condizioni ideali perché il talento e il duro lavoro possano finalmente esprimersi al loro massimo potenziale. È l’architettura invisibile su cui si costruisce un campione.
Quante volte abbiamo visto un atleta capace di prodezze incredibili in allenamento, arrivare alla gara più importante dell’anno e tirare al di sotto delle sue possibilità? Frustrazione, fatica, mancanza di lucidità. Spesso, l’errore non risiede nel talento o nell’impegno, ma in un nemico invisibile: la mancanza di una programmazione strategica.
Nel nostro sport, pensare che una stagione sia una semplice somma di gare individuali è l’errore più comune. Una stagione agonistica è una maratona, non una serie di sprint. Ogni competizione ha un ruolo e un peso diverso: ci sono le gare-test per sperimentare, le gare di qualificazione per raggiungere un obiettivo, e le GARE-OBIETTIVO, quelle per cui abbiamo lavorato per mesi e in cui dobbiamo esprimerci al 100%.
È qui che entra in gioco l’arte della programmazione.
1. Costruire il Picco della Forma
Una programmazione intelligente, basata sui principi di carico (le settimane di duro lavoro) e scarico (le settimane di recupero e rifinitura), permette al corpo e alla mente di raggiungere il picco della forma nel momento esatto in cui serve. Non è magia, è scienza. Si costruisce la base atletica lontano dalle gare importanti e si finalizza la preparazione con il tapering per arrivare all’appuntamento decisivo freschi, reattivi e mentalmente affamati.
2. Prevenire il Burnout e gli Infortuni
Tirare sempre al massimo, ogni settimana, ogni mese, è la ricetta perfetta per il burnout fisico e mentale, oltre che per l’infortunio. Una programmazione ben fatta distribuisce i carichi di lavoro in modo sostenibile, inserendo periodi di recupero attivo che sono tanto importanti quanto le sessioni più intense. Ricordiamolo sempre: il riposo è parte integrante dell’allenamento.
3. Creare Fiducia e Sicurezza
Per un atleta, sapere di seguire un piano studiato e mirato è una fonte potentissima di sicurezza. Elimina l’ansia del “sto facendo abbastanza? O troppo?”. L’atleta impara a fidarsi del processo, a capire le sensazioni del proprio corpo e ad accettare che una settimana di scarico non è “tempo perso”, ma un investimento strategico per la vittoria futura. Questa fiducia si trasforma in lucidità e determinazione sulla pedana.